Il Cluster Anglo-Americano.

Questa è la storia dell'America. Tutti fanno ciò che pensano di dover fare.

- Jack Kerouac, On The Road -

 

Come anticipato nel post precedente, il progetto Globe - uno studio sulla leadership globale - raggruppa le culture sociali oggetto della ricerca in dieci cluster culturali principali, caratterizzati da nove dimensioni culturali.

Il cluster anglo-americano, che comprende Australia, Canada (popolazione anglofona), Nuova Zelanda, Irlanda, Regno Unito, Sudafrica (popolazione bianca) e Stati Uniti d'America - è caratterizzato da uno stile di comunicazione diretto (culture a basso contesto), da un forte orientamento al futuro (concezionbe del tempo monocronica), da alti livelli di individualismo, da un orientamento al fare, da un atteggiamento competitivo, da una moderata tolleranza al rischio, da bassi livelli di distanza dal potere.

In questo cluster le persone tendono a dare estrema importanza ai diritti individuali e a credere che ognuno sia responsabile del proprio successo, ci si aspetta da ognuno un alto rendimento, la ricchezza materiale è ammirata: le società del cluster anglo-americano favoriscono gli individui intraprendenti e gli amanti del rischio.

Per quanto riguarda lo stile di leadership preferito in questo cluster, bisogna innanzitutto notare che tutti i Paesi del gruppo anglo-americano sono stati democratici: gli individui si aspettano di essere coinvolti nei processi decisionali, di poter condividere il loro punto di vista, di avere il diritto di contraddire o sfidare I rappresentati dell’ autorità. Di conseguenza, il leader ideale per le società anglo-americane è carismatico (ispiratore/visionario/decisivo), orientato al lavoro di squadra e partecipativo, mentre uno stile di leadership autoprotettivo (consapevole dello status, egocentrico) non è apprezzato.

***

Post correlati:

- Il Medio Oriente
- L’Europa Germanica
- L’Europa Orientale
- Il Cluster Nordico
- L’Asia Sudorientale
- L’Asia Confuciana
- L’America Latina
- L’Europa Latina
- L’Africa Subsahariana

***

 

FONTI:

- House, R. J., Hanges, P. J., Javidan, M., Dorfman, P. W., & Gupta, V. (2004). "Culture, leadership, and organizations: The GLOBE study of 62 societies". CA: Thousand Oaks

- Hall, E. T. (1959). “The Silent Language”. New York: Doubleday

- Hall, E.T. (1966). "The Hidden Dimension". New York: Doubleday 

- Hall, E. T. (1976). "Beyond culture". New York, NY: Doubleday

- The Globe Project, Online: https://globeproject.com/

- Hofstede, Geert H. (1997). "Cultures and Organizations: Software of the Mind". New York: McGraw-Hill

- Herbert R. (1946). “The chrysanthemum and the sword: patterns of Japanese culture”. Boston : Houghton Mifflin Co.

- Kluckhohn, F. and Strodtbeck, F. (1961). "Variations in value orientation". New York: Harper Collins

- Gudykunst, W. B., & Kim, Y. Y. (1984). "Communicating with strangers: An approach to intercultural communication". New York: Random House

- Hiebert, Paul G. (1985). ”Anthropological Insights for Missionaries”. Grand Rapids: Baker Book House

NOTA: Questo post contiene link affiliati. Se decideste di acquistare uno dei prodotti qui elencati, guadagnerei una piccola commissione (senza costi aggiuntivi per il lettore).