Questo termine proto-indo-europeo ghosti si riferiva ad una sorta di etichetta non verbale, per cui quando si vedono degli stranieri all'orizzonte, piuttosto che scegliere di abbatterli con lance o fionde, si dovrebbe correre il rischio di accoglierli sulla nostra soglia - nella speranza che possano portare con sé nuove nozioni, nuovi beni, 'sangue fresco'.
Con il tempo questa parola-idea si è evoluta nella 'xenia' greca, un'amicizia rituale tra padrone di casa e ospite, un'intesa che riuniva insieme i mondi antichi del Mediterraneo e del Vicino Oriente.
- Bettany Hughes, Istanbul: A Tale of Three Cities -
Il cluster del Medio Oriente, che, secondo il Globe Project, comprende Egitto, Kuwait, Marocco, Qatar, e Turchia, è sede di:
- culture ad alto contesto, che si affidano alla conoscenza contestuale più che ai messaggi espliciti per trasmettere e condividere informazioni;
- culture policroniche orientate al passato e al presente, che vedono il tempo come una ripetizione di cicli naturali;
- alti livelli di collettivismo in-gruppo (conosciuto anche come "collettivismo familiare", ovvero "la misura in cui gli individui si identificano con e danno priorità al gruppo a cui appartengono");
- a being orientation (based on “moral relativism”, the idea that moral principles are culture-bound: being cultures tend to more more concerned with maintaining the collective harmony than they are with pursuing the “truth”);
- orientamento “all'essere” (basato sul relativismo morale, ovvero l'idea che i principi morali siano legati alla cultura: le culture dell'essere tendono a preoccuparsi più di mantenere l'armonia collettiva che di perseguire la "verità" e la giustizia imparziale);
- dinamiche di potere forti e ben definite, anche se le società che appartengono a questo gruppo esprimono il desiderio di una distribuzione più uniforme del potere e delle risorse;
- una chiara avversione per l'ambiguità e l'imprevedibilità. In questo cluster, la gente esprime il desiderio di avere più regole e regolamenti per ridurre la possibilità di esiti incerti;
- bassi livelli di uguaglianza di genere (la convinzione che le persone dovrebbero ricevere un trattamento uguale indipendentemente dal loro genere di appartenenza).
Ciò che è peculiare delle società mediorientali (un tratto che condividono sia con le società dell'Europa dell'Est che con quelle dell'America Latina) è che ottengono allo stesso tempo un punteggio alto in termini di collettivismo intra-gruppo (ING), e relativamente basso in termini di collettivismo istituzionale (INC): mentre gli individui tendono a sentire un forte senso di obbligo verso le loro famiglie e organizzazioni, non si sforzano necessariamente di assicurare che risorse e opportunità siano accessibili a tutti i membri della società.
Per quanto riguarda la vergogna come strumento informale di controllo sociale, mentre sia nell'Asia Confuciana che in quella Sudorientale la vergogna riguarda soprattutto la “perdita della faccia”, in Medio Oriente la vergogna è solitamente legata all'onore, un concetto legato alla posizione sociale e alla "virilità" percepita. Ci si aspetta che gli individui in una posizione sociale elevata "si comportino adeguatamente" al proprio ruolo (ad esempio, che si vestano in modo elegante e che guidino una bella macchina), e che contribuiscano a costruire e a preservare una buona reputazione familiare.
Anche se nel cluster del Medio Oriente le persone tendono ad apprezzare i leader carismatici (ispiratori/visionari/decisivi), orientati alla squadra, partecipativi, va notato che questi tratti desiderati hanno i punteggi più bassi per tutti gli altri cluster.
La leadership autoprotettiva (lo stile autocosciente che si concentra sul "salvare la faccia", sulla sicurezza e la protezione del leader). invece, ha il secondo punteggio più alto di tutti i cluster.
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- L’America Latina
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FONTI:
- House, R. J., Hanges, P. J., Javidan, M., Dorfman, P. W., & Gupta, V. (2004). "Culture, leadership, and organizations: The GLOBE study of 62 societies". CA: Thousand Oaks
- Hall, E. T. (1959). “The Silent Language”. New York: Doubleday
- Hall, E.T. (1966). "The Hidden Dimension". New York: Doubleday
- Hall, E. T. (1976). "Beyond culture". New York, NY: Doubleday
- The Globe Project, Online: https://globeproject.com/
- Hofstede, Geert H. (1997). "Cultures and Organizations: Software of the Mind". New York: McGraw-Hill
- Herbert R. (1946). “The chrysanthemum and the sword: patterns of Japanese culture”. Boston : Houghton Mifflin Co.
- Kluckhohn, F. and Strodtbeck, F. (1961). "Variations in value orientation". New York: Harper Collins
- Gudykunst, W. B., & Kim, Y. Y. (1984). "Communicating with strangers: An approach to intercultural communication". New York: Random House
- Hiebert, Paul G. (1985). ”Anthropological Insights for Missionaries”. Grand Rapids: Baker Book House
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