I remember learning German - so beautiful, so strange - at school in Australia on the other side of the earth. I liked the sticklebrick nature of it, building long supple words by putting short ones together. Things could be brought into being that had no name in English - Weltanschauung, Schadenfreude, Sippenhaft, Sonderweg, Scheissfreundlichkeit, Vergangenheitsbewältigung.
- Zbigniew Herbert, Still Life with a Bridle: Essays and Apocryphas -
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Oggi continuiamo la nostra serie sui cluster culturali con una breve descrizione dei principali tratti culturali condivisi dalle società che formano l'Europa Germanica: Austria, Germania, Paesi Bassi, e Svizzera tedesca.
Le società germaniche sono caratterizzate da:
- uno stile di comunicazione a basso contesto, per lo più verbale e diretto, che pone molta enfasi su regole e procedure;
- un approccio monocronico alla gestione del tempo: il tempo è lineare - un evento segue l'altro - ed è associato all'efficienza e ad un’attenta pianificazione;
- individualismo: nelle società germaniche ci si aspetta che gli individui siano indipendenti, autosufficienti e che abbiano un senso di responsabilità personale molto sviluppato. Le famiglie “ristrette” (composte da genitori e figli) sono la norma, le persone si sentono responsabili solo per se stesse e per pochi cari (nota: l'Europa germanica ottiene un punteggio basso sia nel collettivismo di gruppo - o "collettivismo familiare", "la misura in cui gli individui si identificano e danno priorità al gruppo a cui appartengono" - che nel collettivismo istituzionale, "il livello in cui le istituzioni incoraggiano gli individui a diventare parte integrante di esse");
- un orientamento al fare (le culture germaniche apprezzano la produttività, l'efficienza, le alte prestazioni e la competitività. Le persone si sforzano di raggiungere gli obiettivi, poiché lo status sociale è spesso associato alle conquiste personali. Le ricompense tendono ad essere basate sul merito;
- una marcata avversione per l'ambiguità e l'imprevedibilità. Questo cluster esprime un forte desiderio di più regole e legislazioni per ridurre la possibilità di esiti incerti);
- un orientamento prevalentemente "maschile" (secondo il modello di Hofstede, le società a orientamento “maschile” sono dominate dagli uomini, vige la mentalità del "vivere per lavorare", si apprezza l'assertività) con l'eccezione dei Paesi Bassi, l'unica società "femminile" di questo gruppo (mentalità del "lavorare per vivere". Gli olandesi apprezzano l'armonia sociale e il consenso del gruppo, e preferiscono la cooperazione alla competizione);
- limitata distanza dal potere (privilegi e disuguaglianze sociali non sono ben tollerati, il potere è decentralizzato, la gerarchia è principalmente una questione di convenienza e formalità. Sul posto di lavoro, i dipendenti sono incoraggiati ad essere indipendenti e proattivi, le loro conoscenze e competenze vengono solitamente apprezzate).
In termini di leadership, il leader ideale nelle società europee germaniche sembra essere carismatico, partecipativo, autonomo e orientato al gruppo: il pensiero indipendente e la proattività sono molto apprezzati, gli individui sono incoraggiati a condividere le proprie idee e ad assumersi la responsabilità del proprio lavoro e dei relativi risultati. La tolleranza per la leadership autoprotettiva (lo stile autocosciente che si concentra sul "salvare la faccia", sulla sicurezza e la protezione del leader) è bassa in confronto ad altri cluster.
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Nota: dal momento che alcuni lettori mi hanno fatto (giustamente) notare che i tratti culturali sembrano essere ripetuti attraverso i diversi cluster culturali discussi finora, è importante menzionare il fatto che mentre certi tratti "generici" (dimensioni culturali) sono comuni in diverse culture e società, questi assumono sfumature diverse a seconda del contesto locale. Per esempio, la vergogna così com'è intesa nelle culture dell’areas asiatico-confuciana ("Nelle culture orientate alla vergogna, ogni persona ha un posto e un dovere nella società. Si mantiene il rispetto di sé non scegliendo tra il bene e il male, ma comportandosi in modo da non deludere le aspettative altrui. I desideri personali naufragano nell'aspettativa collettiva. Chi fallisce spesso rivolge la propria aggressività contro se stesso invece di usare violenza contro gli altri. Punendo se stessi, si mantiene il rispetto di sé davanti agli altri, perché la vergogna non può essere alleviata, come la colpa, dalla confessione e dall'espiazione. La vergogna viene rimossa e l'onore ripristinato solo quando una persona si comporta nel modo in cui la società si aspetta" - Hiebert, Paul G.) non corrisponde se non parzialmente al concetto di vergogna comune nelle società latino-americane o dell'Europa orientale, dove la vergogna è strettamente associata all'onore.
Queste sfumature vengono solitamente discusse nella sezione "Articoli" di questo sito (gli articoli in italiano saranno disponibili a breve).
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FONTI:
- House, R. J., Hanges, P. J., Javidan, M., Dorfman, P. W., & Gupta, V. (2004). "Culture, leadership, and organizations: The GLOBE study of 62 societies". CA: Thousand Oaks
- Hall, E. T. (1959). “The Silent Language”. New York: Doubleday
- Hall, E.T. (1966). "The Hidden Dimension". New York: Doubleday
- Hall, E. T. (1976). "Beyond culture". New York, NY: Doubleday
- The Globe Project, Online: https://globeproject.com/
- Hofstede, Geert H. (1997). "Cultures and Organizations: Software of the Mind". New York: McGraw-Hill
- Herbert R. (1946). “The chrysanthemum and the sword: patterns of Japanese culture”. Boston : Houghton Mifflin Co.
- Kluckhohn, F. and Strodtbeck, F. (1961). "Variations in value orientation". New York: Harper Collins
- Gudykunst, W. B., & Kim, Y. Y. (1984). "Communicating with strangers: An approach to intercultural communication". New York: Random House
- Hiebert, Paul G. (1985). ”Anthropological Insights for Missionaries”. Grand Rapids: Baker Book House
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